“Il mio profumo è come un mattino italiano di primavera dopo la pioggia: ricorda le arance, i limoni, i pompelmi, i bergamotti, i cedri, i fiori e le erbe aromatiche della mia terra. Mi rinfresca e stimola sensi e fantasia.” Giovanni Maria Farina

Museo Casa del Profumo Feminis-Farina
A Santa Maria Maggiore, un grazioso borgo di montagna incastonato nella Val Vigezzo, al confine con la Svizzera, è stato inaugurato di recente un piccolo museo di grande interesse, denominato Casa del Profumo Feminis-Farina.
Perché, vi chiederete, aprire un museo sul profumo proprio qui, in un paesino di 1301 abitanti arroccato tra le montagne? La risposta è semplice: perché questa valle diede i natali a Giovanni Paolo Feminis, l’inventore dell’acqua di Colonia, e a Giovanni Maria Farina, che ne curò la commercializzazione rendendola famosa in tutto il mondo.

Giovanni Paolo Feminis (a sx) e Giovanni Maria Farina (a dx)
Emigrato in Germania, Feminis aprì una distilleria nella città di Colonia, dove cominciò a produrre, tra gli altri profumi, quella che chiamò Aqua Mirabilis, per le sue straordinarie virtù (nel 1727 l’Università di Colonia le assegnò il prestigioso brevetto di acqua dalle proprietà medicamentose, poiché pare avesse benefici effetti digestivi, epatici, antisettici e analgesici). Ideatore della formula originale dell’acqua di Colonia, Feminis utilizzò essenze naturali che solo la flora italiana poteva donargli. Alla sua morte, nel 1736, la famiglia Farina (con il suo collaboratore Carlo Girolamo prima, e successivamente con Giovanni Maria) continuò la produzione e la commercializzazione. Rinominato da Giovanni Maria Farina Aqua Admirabilis – Eau admirable de Cologne per quelle che oggi definiremmo questioni di marketing, questo profumo si impose in tutta Europa grazie alle doti e all’intuito dell’abile imprenditore italiano.

Personaggi che utilizzavano l'acqua di Colonia
L’acqua di Colonia, grazie alla sua freschezza, fu uno dei profumi più apprezzati dall’aristocrazia e dai grandi nomi del passato: da Napoleone alla regina Vittoria d’Inghilterra, dal principe Federico Guglielmo di Prussia all’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo, da Goethe a Marc Twain e Oscar Wilde. Senza dimenticare che “vanta il primato inequivocabile di essere l’unico profumo di quattro secoli fa ancora presente sul mercato” (come ricorda un pannello esposto al museo), rielaborato da centinaia di profumieri e, a volte, talmente rivisitato da assumere forme anche lontane dall’originale (le Eau de cologne Hermès, per esempio, si pongono come declinazioni inaspettate che rispecchiano addirittura uno stile di vita).

Piano terra (sopra) e giardino (sotto) del museo
Il percorso espositivo del piccolo museo si snoda su due piani: al piano terra sono esposte le erbe che compongono la ricetta originale dell’acqua di Colonia con pannelli che spiegano le origini di questo profumo. Qui potrete acquistare il flacone della versione prodotta in valle: un souvenir da non lasciarsi sfuggire, che vi accompagnerà nei giorni d’estate come una ventata di aria fresca e corroborante. E se vorrete, potrete assaporare le erbe che compongono la ricetta originale anche sotto forma di tisana! Da questa sala è possibile accedere al minuscolo giardino degli aromi, grazioso e ben curato, con una serra che funge da sala per eventi, dove scoprirete anche la ricetta più antica dell’acqua di Colonia (composta da circa 25/30 essenze diverse, tra cui agrumi, erbe e fiori agresti).

Spazi al primo piano del museo
Ma è al primo piano che ci si immerge totalmente nella storia del profumo, con un breve percorso interattivo e la possibilità di ripercorrere le tappe principali della storia della profumeria, con un occhio di riguardo all’acqua di Colonia, naturalmente. In un ambiente accogliente è ricreato l’angolo dello speziale, dove si possono ammirare gli oggetti tipici della bottega di un alchimista: un alambicco, un bilancino, ampolle e flaconi d’epoca (in una teca, anche quelli delle diverse marche di acqua di Colonia discendenti da quella originale, oltre che gli effetti personali di G. M. Farina). A corredo, anche abiti tradizionali vigezzini dell’epoca e un moderno organo del profumiere utilizzato per laboratori sul profumo rivolti ad adulti e bambini (con annesso un allegro spazio-gioco).

Spazi al primo piano del museo
Quello che colpisce di questo piccolo gioiello è la cura con cui è stato allestito, l’attenzione nella redazione dei contenuti, la modernità dello spazio e l’orgoglio vigezzino, nonché italiano, che traspare. A conferma del fatto che le eccellenze del Made in Italy, che si celano anche laddove nessuno se lo aspetterebbe, sono motivo di vanto e motore fondamentale per il turismo e l’economia del nostro “mirabile” Paese.

Scorcio dell'angolo dello speziale al primo piano
Per approfondire la nascita e lo sviluppo dell’acqua di Colonia, ecco due libri molto ben documentati sull’argomento (che ci hanno accolti nella camera dell’hotel, dedicata proprio a uno dei vanti di questa valle).

Libri sull'acqua di Colonia
Le fotografie a corredo dell’articolo sono state scattate dall’autrice o tratte dal sito ufficiale del museo.
Sara Radaelli