
Ormai è noto: la lingua della bellezza è l’inglese. Se è vero, infatti, che il mercato è ormai internazionale e per comunicare privilegia la lingua franca per eccellenza, è anche vero che l’Italia è un attore importante di questo mercato. Come dichiarato da Cristina Scocchia, attuale AD di Kiko ed ex l’Oréal, “L’Italia nella cosmetica è un mercato strategico perché siamo il Paese della bellezza e del design, e quindi la cosmetica è parte significativa del nostro DNA, ma anche perché il 60% del make-up mondiale è prodotto in Italia. C’è chi ha la Silicon Valley, noi abbiamo la Make Up Valley”. Ma se, per gli addetti ai lavori, la parola make-up ha ormai soppiantato “trucco” e la bellezza non è un settore se non la si chiama beauty, a volte può risultare difficile seguire le ultime tendenze senza perdersi tra cushion, sheet mask e sleeping mask!

Per non lasciarsi travolgere da troppi anglicismi, vediamo insieme qualche termine non sempre intuitivo legato alle tecniche di trucco: per non sfigurare davanti al nostro make-up artist (eh eh!).
Strobing. Tecnica che utilizza l’illuminante (l’highlighter) per creare punti di luce sul viso e valorizzarne alcune zone: il centro della fronte, il naso, il mento e la parte alta degli zigomi (insomma, le parti più sporgenti).
Contouring. Antecedente allo strobing, che si affida alle sole zone di luce, il contouring utilizza anche le ombre con lo stesso obiettivo.
Highlighting. Tecnica di correzione (ancora?! Ma non siamo già belle così, acqua e sapone?) che si avvale di tonalità in chiaroscuro. Ovvero: oscuro i difetti, evidenzio i punti di forza.

Helena Bonham Carter, alias la Regina Rossa, in Alice in Wonderland
Draping. Tecnica di sculpting (!) che utilizza esclusivamente il blush (eccone un altro!) per ridefinire i volumi del viso. In pratica, si tratta di scolpire il volto grazie al colore.
Sandbagging. E ora cosa c’entrano, vi chiederete, i sacchi di sabbia per arginare l’acqua? Bè, se sostituite la sabbia con la cipria e l’acqua con le sbavature, avrete la risposta a questo rebus linguistico. Sì, perché il sandbagging altro non è che l’uso massiccio della cipria sul contorno occhi e labbra per “arginare” le sbavature.
Baking. Ecco, no, non dovete rivolgervi a una pasticceria per avere un baking perfetto: basta applicare correttori, fondotinta, cipria, alternandoli e fissandoli di volta in volta, come se si stesse “cuocendo” una torta a più strati. Lo scopo è, come sempre, un viso impeccabile.
Smoky eyes. Un classico della storia del make-up, è l’effetto “fumoso” che regala allo sguardo il mistero e la profondità delle dive anni ’30. In francese è detto “après l’amour” (dopo l’amore). Devo aggiungere altro?
Puppy eyes. Di origine coreana (le nuove tendenze della bellezza arrivano spesso da lì!), gli “occhi da cucciolo” prevedono una linea allungata verso l’estremità inferiore (e non verso quella superiore come d’abitudine), per ottenere uno sguardo dolce e innocente. Come questo…

Il gatto con gli stivali amico di Shrek
Vuoi leggere un articolo simile, ma sui diversi nomi delle rughe? Uno zoo nel mio beauty è quello che fa per te!
Sara Radaelli